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Il Club a Londra, un Expo da Record. Impressioni e ricordi. 20-22/4/2018.

Altri Londinesi finishers sono arrivati come la coppia Lua e Zara che l’anno scorso sono stati in luna di miele correndo le 10in10 sul lago dorato e che son pronti a tornare nel 2018. Sarà una buona occasione per incontrare il folto gruppo del blasonato Club Inglese e rinsaldare nuovi e antichi legami.
L’impressione è che le nostre 10 in 10 di Orta siano molto stimate e considerate. Più di un Inglese mi ha detto che sono considerate le migliori del mondo e detto da loro che le hanno inventate è un bel complimento. Adam Holland anche se da poco è salito alla ribalta è considerato un eroe nazionale e molto amato, selfie e autografi si sprecavano.

Lo stand ad angolo in un incrocio strategici ha portato un fiume di gente. Solo Il sabato io Adam e una fata volontaria abbiamo distribuito più di 3000 volantini e stabilito più di 200 contatti. Sicuramente son passate 100.000 persone. È stato un Expo dei record come lo è stata la maratona. Una gigantesca personale emozione e una esperienza incredibile da ricordare e raccontare per tutta la vita. Bello essere stati al centro della storia. Con 40.255 classificati (nuovo primato dopo i 39.487 del 2017) oltre ad essere tra le sei Major la terza più partecipata dopo le due americane New York (50.641 nel 2017) e Chicago (44.511). Per me che l’ho corsa due volte è dispiaciuto non trovare un pettorale, sono ormai quasi esauriti quelli del 2019 devo farci un pensierino. Ma devo dire che stare un giorno a un Expo del genere non è uno scherzo è come correre una 100 km. Ho il rimpianto più grande di non avere avuto le forze di alzarmi le mattine e andare a correre vicino all’albergo a Regent’s Park dove non c’è Peter Pan ma le fatine amorose del mattino e il laghetto delle oche. Mi son consolato in una sera importante per me per una ricorrenza con un concerto della London Philarmonic Orchestra. Invece ho sprecato con un lunghissimo giro in bus tedioso il giorno della Maratona. Sotto i ponti vedevo un pubblico con un tifo da stadio, fortuna ha voluto che comodamente seduto sul bus ho visto passare i primi. Tanta nostalgia avrei voluto essere lì sotto in mezzo a quelle migliaia di persone pronte ad incitarti e a spaccarti le orecchie come fossi uno dei vincitori. Specie il passaggio sul Tower Bridge è un emozione sonora imperdibile: lì la folla urla talmente che il ponte sembra crollare. Mi ricordo l’ultima volta che la feci nel 2013 mi tappai le orecchie e mi misi a cantare: London Bridge is falling down, Falling down, Falling down.
London Bridge is falling down,
My fair lady.

 

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