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SAN BENEDETTO DEL TRONTO MARE- ARGENTEA SABBIA

di Vito Carignani

         Il piacer di starci, tale sensazione sin dall’ arrivo. Naviga l’ippocampo nella memoria spaziale del lungo periodo. San Benedetto del Tronto, ricordo di uno spazio sconfinato, pur se delimitato, circoscritto: Il mercato generale del pesce, circa 60 anni addietro. Mi dicevano arrivassero prodotti ittici sin dal Pacifico, Malesia. Dopo ho conosciuto quello di New York, China Town: fila profondissima di panche, casse ripiene di variopinti colori, specie indefinite. Chiara memoria, alla cena di sabato 10, Hotel Sporting, antecedente alla Maratona sulla Sabbia del giorno successivo. Rigatoni al sugo di vongole, composita frittura di appena pescato, corroborata da eccitante bianco marchigiano. Il sempre amabile Presidente Paolo Francesco Gino a fare gli onori di casa, precipui a Francesco Capecci, animus dell’ormai ventennale gara; nonché ai veterani Gambelli Ferdinando, tetrarca Ancora Vito Piero, riferimento mondiale con le sue 1650 maratone.

Pomeriggio del sabato uggioso, umido, oscuro: comunque sempre percorso a piedi, in bicicletta, di corsa in 5 km di lungomare nel settore pedonale, ciclabile in tar tan. Manifesto segnale di storica civica, cultura del luogo. Giovani in programmato allenamento a piedi e bicicletta; la lenta andatura del canuto anziano a coprirsi con l’ombrello dalle fastidiose, insistenti gocce. Tutto nel più assoluto rispetto, educazione, reciproca umana condivisione.

Eos più che corrucciato; all’alba di domenica: vento, mare grosso, onde a procedere allineate perpendicolarmente al vento. Obbligati a deviare all’interno il percorso in un tratto dalla riva coperta d’acqua. Nel mentre della colazione, netto miglioramento. Giunto in prossimità del C.N. RACN’A VELA, partenza gara: vera gioia incontrare Pasquale Giuliani e il Parroco di Mattinata don Luca Santoro, conosciuto a Cagnano Varano. Anima della Maratona del Gargano, ormai passati quasi vent’anni. Don Luca, compagno di viaggio in uno dei miei “Passatore”. Bellezza, fascino del Podismo, palcoscenico di umanità ad unire l’esistenza dei partecipanti.

Puntuale partenza alle nove. Primo giro completato in un’ora; proiezione 6 ore: Troppo bello per essere vero. I miei sensori organici ormai consunti dall’uso, sono stati buoni, bravi a farmi concludere in 6 ore e 40 minuti.

Ristoro vario, abbondante, energetico.

Al calar della 5 ora, dismesso il tappeto di controllo elettronico al giro di boa, lato nord. Gesto di fiducia, rispetto verso i pochi attori ancora in scena, quasi novelli Argonauti per spirito di avventura: Jurkic Sara, Manferdini Leonardo, Quarto Michele, Caimmi Stefania, Zoli Daniele, Pepe Antonio, me medesimo della M.C. Manoppello Sogeda, Ancora Vito Piero, Pavirani Ettore, Cosma Barbara, Gambelli Ferdinando, Fabbri Yuri.

Da evidenziare la presenza salentina di Marra Antonio della Podistica Copertino, assieme più volte in circostanze analoghe.

Il fattore umano in auge a San Benedetto del Tronto, tendenzialmente portato a mettersi nei panni del prossimo, creando un rapporto empatico ben oltre il normale, abituale modo di agire. Ciò constatato in sede di accoglienza, permanenza all’albergo Sporting.

Gestione improntata non a finta gentilezza di circostanza, bensì chiara condiscendenza, disponibilità ben lungi da qualsiasi malcelato potenziale spirito conflittuale.

A San Benedetto del Tronto ci si ritorna.

Il Club Supermarathon Italia ormai assimilabile ad Associazione del Terzo Settore. Valido, sperimentato Gruppo impegnato a promuovere, diffondere la pratica podistica di base su scala nazionale. Guidato con esperienza, capacità, competenza dal coordinatore Presidente Paolo Francesco Gino in regia.

Fare una gara podistica sulla sabbia in riva al mare porta indugio, dubbio, esitazione, incertezza, titubanza, rischio di non riuscita. Tanto in me palese dal primo al quinto giro. L’ ultimo, la quasi certezza di concludere, liberazione da ogni, qualsivoglia ostacolo.

Apertura mentale, che mi ha portato a guardarmi intorno; non più scansando l’acqua, ma quasi a cercar il limitar dell’onda prossima alla battigia. Magnifico guardar lo scintillio della cresta e profondità molto cupa dell’onda, che avanza a balzi a superar la barriera di sbarramento di giganteschi massi allineati a trenta metri dalla riva. La bianca schiuma a formare sembianze di sempre più livellate terrazze, sino a coprirmi le scarpe in lenta andatura lungo la battigia.

Sciabordio, bisbiglio, sussurro, mormorio della cresta d’ acqua a terrazze, qual piano di Stefano Bollani e variazioni di violino di Giuseppe Gibboni, col suo prestigiosissimo Premio Paganini riportato in Italia.

Quasi non avvertire la voce stentorea di Massimo Faleo a proclamare l’arrivo del meno- giovane 81enne Vito Carignani.

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